lunedì 12 maggio 2014

 











 



La mia prima tappa.
Città di Ariano Irpino in provincia di Avellino; questo posto è meraviglioso! Trattiene il dominio completo su tutta la vallata e si capisce presto il motivo per cui gli  arabi ed  i normanni fin dal 1140 lo elessero come centro di ricognizione e controllo di tutti i territori sottostanti. Furono proprio gli arabi a portare sul posto la manifattura della creta, per le spiccate attitudini di lavorare questa materia, la loro influenza evidenzia le tipiche decorazioni eseguite con varie tecniche raffiguranti piante, fiori e motivi geometrici.
 
Alla fine del cinquecento i ceramisti arianesi che avevano imparato l'arte dai normanni e dagli arabi, cominciarono a distinguersi distaccandosi dai primi insegnamenti ed apportarono alle loro maioliche fogge originali diverse per forme e per colori, dando vita a quell'arte popolare tipica arianese.

Il mio viaggio intorno al mondo della ceramica è appena cominciato, abbiamo tante cose da dirci, e tanti viaggi da fare, quindi procediamo con ordine:
La stazione di Ariano Irpino è collegata direttamente con le maggiori stazioni ferroviarie italiane e anche se solo un treno al giorno c'è e questa è già  una cosa importante per raggiungere questa meta, e poi sul treno si incontrano tante persone gradevoli e di ottima compagnia, ho incontrato una giovane donna simpaticissima che si occupa di eventi cinematografici e quando ha sentito da me i motivi dei miei viaggi si è molto divertita; il solo fatto che fossi uscita a sessntacinque anni in viaggio perpetuo e permanente, l' ha lasciata incuriosita, mi ha fatto tante domande, come viaggio, dove ho intenzione di andare, dove alloggio, perchè! E dal canto mio non solo ho risposto volentieri, ma le ho fornito anche indicazioni utili per il suo lavoro, c'è un modo per viaggiare a costo zero, come alloggiare a costo ridotto, dove e quando fare questa o quell'altra cosa che serve ai viaggiatori; non avrei mai creduto che trasmettere tutte queste dritte avrebbe suscitato tanto interesse da parte sua. Alla fine del tragitto, era talmente contenta di quanto le avevo sciorinato che ha voluto accompagnarmi fino a destinazione, ed è stata per me una vera fortuna, tutto questo perchè la stazione di Ariano dista ben sei km dal centro dove ero alloggiata, ospite in un istituto di suore, dove per tre notti ho potuto riposare più che bene, in una stanza ben pulita, luminosissima ed accogliente che mi ha offerto un panorama incredibile; le suore sono state gioviali, ospitali ma soprattutto protettive, ( anche loro incontravano per la prima volta una viaggiatrice perpetua e  una sessantacinqu'enne poi...) a loro è sembrato incredibile, ma la cosa le divertiva un sacco, perciò mi hanno offerto tutta l'ospitalità, l'accoglienza e la loro totale collaborazione.

 


Oggi ti racconto il Museo:

La mia prima fermata, quella per cui ero arrivata fin lì era di sicuro il Museo Civico e della Ceramica a Palazzo Forte.
Vengo accolta gioiosamente dalla Dr.ssa Gabriella Pastore che avvertita del mio arrivo mi attendeva sull'uscio ove era esposto insieme al Gonfalone di Ariano Irpino scolpito in marmo, il glossario dei vocaboli riguardo la ceramica che mi ripropongo di postare in seguito, poi, molto utile anche un vademecum per gli studenti, con il decalogo dei comportamenti corretti da tenere nel museo,  leggo quanto segue:
  • Non si corre perchè è un posto da visitare con calma.
  • Si devono leggere tutti i pannelli perchè ci spiegano le opere.
  • Non si possono toccare le opere non protette dalle teche, potrebbero cadere, non toccare le vetrine perchè si macchiano e poi non si vedono bene i reperti che vi sono all'interno.
  • In un museo non si può mangiare nè bere.
  • E' vietato correre e giocare perchè è pericoloso.
  • Il museo è un luogo che va rispettato, non si gioca con playstation o cellulari.
  • In caso di pericolo affidarsi al personale del museo.
  • Il museo è la casa di tutti coloro che lo rispettano: non si urla e si usa sempre un linguaggio appropriato!
Certo le scolaresche fanno sempre un bel baccano e arrecano tanto scompiglio, ma se così non fosse, istruiremmo delle mummie, invece va bene, va bene così, abbiamo bisogno di giovani intelligenti che prendano amore a ciò che viene posto loro come cibo culturale, devono capire quello che stanno  guardando.
La dr.ssa Pastore, si è dimostrata molto competente in materia e disponibilissima ad accompagnarmi durante la visita delle quattro sale che sono tutte dedicate ai pezzi storici rinvenuti nella zona o donati, famosa la collezione Dotoli Emilia ,  ma tutti datati e catalogati con cura.
 Il museo è molto ordinato ed attentamente seguito, anche all'interno negli uffici della direttrice, tutto è in ordine e tutto è reperibile. Solamente il salone ( 1a foto in basso) resta chiuso, ancora inagibile all'accesso del pubblico a causa delle pavimentazioni rialzate e danneggiate durante il terremoto avvenuto in passato.




      Queste invece sono le foto della prima sala d'ingresso e della terza sala più interna al museo








                  queste foto che posto descrivono i contenuti delle vetrine interne alle sale. 

 Queste acquasantiere hanno secoli di storia, fanno parte di quella che viene chiamata comunemente " Arte Popolare ", alcune sono a secchiello da appendere al muro, altre a piedistallo e servivano per tenere l'acqua santa per gli usi più vari già dalla fine del cinquecento. 
con l'avvento della controriforma in una nuova crociata contro il Calvinismo, quando furono introdotti i riti delle abluzioni ed ognuno aveva la sua personale acquasantiera, ai bambini veniva data quella con raffigurato l'angelo custode, per gli adulti invece vengono preparate quelle con vari soggetti pià seri, il Crocifisso, l'Ostensorio sorretto dagli angeli, la conchiglia di S.Giovanni che ricorda quella usata per il battesimo di Cristo e tutti gli altri temi religiosi, però esistono anche quelle create per le famiglie patrizie ( quelle importanti ), che hanno apposto lo stemma della casata. Ma la cosa più eclatante è che spesso hanno le forme dei santuari in cui sono state vendute. 
I colori, sono quelli ricavati dagli ossidi dei metalli, il celeste, il blù intenso, il giallo, l'arancio ed il verde ramina che come dice la parola stessa viene ricavato dal rame e pennellato a spassore, più se ne metteva e più intenso era il verde.

Le fische della foto in basso invece hanno i manichetti per essere meglio trasportate dai pellegrini durante i viaggi a piedi verso la Puglia e quando passavano per Ariano Irpino si rifornivano di beveraggi, legando alla cintura le fiaschette potevano poi riprendere il cammino; la forma tipica del pesce è la prova certa di questo uso, il pesce rappresenta il Cristianesimo e spesso era proprio questo l'uso a cui era destinata.

Brocche e contenitori dell'olio che serviva per  l'illuminazione, alcuni reperti ci raccontano come si potesse cacciare anche di notte, si chiamava " Caccia con la lampara" . Il lume è una sorta di tazza contenente olio e stoppino, ma per metà veniva coperto da una alzatina sempre in maiolica che ne proteggeva la fiamma dal vento; i cacciatori andavano suonando una campanella che aveva il compito di stordire gli uccelli che dormivano a terra nei prati, e quando questi si muovevano venivano semplicemente raccolti e messi in sacchi di iuta.



              Piastre da rivestimento con temi religiosi, erano all'ordine del giorno, impastate a mano e decorate in maiolica, presentano la particolarità poco visibile nella foto in basso , la terra presenta una media quantità di ferro, si evince dal colore giallo paglierino della base sotto lo smalto.




Le fiaschette a segreto: sono bottiglie per bere, ma il segreto resta nascosto sotto il manico, si tratta di un buchino che dev'essere necessariamente otturato se si vuol bere dal contenitore. I motivi decorativi sono spesso floreali a festoni apposti nella parte alta del manufatto.


Foto 5












   














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